L’acufene, o tinnito (tinnitus), è definibile come una sensazione uditiva anomala caratterizzata da una sensazione di fastidioso ronzio o fruscio all’interno dell’orecchio.
Sintomo correlato a quasi tutte le patologie dell’apparato uditivo e riferito anche nel soggetto normoacusico, l’acufene trova maggiore incidenza nei soggetti di età superiore ai 65 anni. Il fenomeno riguarda tuttavia circa il 30% della popolazione: tra il 14% e il 25% dei soggetti di questa percentuale dichiara di considerare il proprio acufene come un grave problema personale, spesso invalidante.
Il fenomeno riguarda tuttavia circa il 30% della popolazione: tra il 14% e il 25% dei soggetti di questa percentuale dichiara di considerare il proprio acufene come un grave problema personale, spesso invalidante.
L’aumento d’incidenza del disturbo nella società moderna è attribuibile a inquinamento, rumore, inadeguatezza della dieta e abitudini voluttuarie, quali ad esempio alcol e fumo. L’acufene, spesso sottovalutato, può essere preludio di sordità o associato al fenomeno dell’iperacusia.
L’origine dell’acufene è complessa e non del tutto chiara: esso coinvolge infatti il sistemo uditivo periferico (orecchio esterno, medio e interno), le vie uditive centrali e le aree cerebrali destinate all’elaborazione delle emozioni e dell’attenzione. La percezione dell’acufene, indipendentemente dalle sue caratteristiche acustiche, come fruscio, ronzio o fischio, viene localizzata in una o in entrambe le orecchie o, talvolta, al centro della testa.
Sebbene di frequente le sensazioni sonore generate dall’acufene non vengano percepite poiché coperte da suoni ambientali, una piccola variazione nella loro intensità o la comparsa di problemi emotivi può provocare una reazione di disturbo, correlata alla costante sollecitazione fastidiosa al rumore, che con il tempo potrà influire sul corretto funzionamento della propria psiche andando a interferire sulla qualità della vita.
Possibili alterazioni riguardano, ad esempio, lo stato di concentrazione o la qualità del sonno. Questo fenomeno si può verificare a fasi transitorie, con frequenze ondulatorie, o presentarsi in forma cronica. In base al fastidio, è possibile distinguere due differenti tipologie di acufene, quello compensato e quello scompensato.
Acufene compensato: non recepito come particolarmente fastidioso, il rumore interno all’orecchio può generalmente essere mascherato, rimuovendolo così dallo stato di coscienza.
Acufene scompensato: sempre presente, influisce negativamente sulla qualità della vita provocando disturbi del sonno, stress, ansia, depressione e isolamento sociale. Nei casi più acuti può provocare sintomi quali cefalea, dolore alle orecchie, vertigini e tensioni muscolari.
Secondo la persistenza dell’acufene nel tempo è inoltre possibile distinguere:
Acufene acuto, con persistenza inferiore ai 3 mesi;
Acufene sub-acuto, con ricomparsa entro 3-12 mesi;
acufene cronico, con persistenza maggiore ai 12 mesi e necessitante di interventi terapeutici o farmacologici.
Stress: diversi studi hanno evidenziato come pazienti esposti a stress possano accusare perdita improvvisa dell’udito e acufene, con incidenza maggiore rispetto ad altri soggetti.
Farmaci: possibile effetto collaterale di farmaci, l’acufene può presentarsi a seguito dell’assunzione di antidolorifici e antireumatici, nonché di farmaci antimalarici e alcuni antidepressivi.
Infezioni virali o batteriche
Rumore: l’eccessiva esposizione a rumori ad alta intensità risulta oggi la causa più frequente d’insorgenza del disturbo.
Generi voluttuari: secondo alcuni esperti, alcol e nicotina possono favorire l’insorgenza dell’acufene.
Movimenti meccanici delle componenti anatomiche del cranio o del distretto facciale.
Una perdita uditiva, seppur lieve o localizzata unicamente alle alte frequenze, può aumentare la percezione dell’acufene. Qualsiasi avvenimento che tenda a stressare il meccanismo uditivo, infatti, può accrescere lo scompenso delle vie nervose alla base della generazione del fenomeno e favorirne la percezione.
Per tale motivo la correzione di una perdita uditiva risulta parte integrante della globale terapia dell’acufene. È bene precisare che, trattandosi di un disturbo multifattoriale, le cause di acufene sono spesso sfumate e differiscono da paziente a paziente: per questo motivo non vi è una cura unica valida per tutti i soggetti.
Problemi di articolazione cervicale o temporomandibolare o di postura, problemi odontoiatrici, squilibri ormonali, disfunzioni organiche quali problemi circolatori o diabete, aumento di ansia, ritmi di vita scorretti ed alimentazione poco attenta possono scompensare l’organismo facilitando l’insorgenza dell’acufene. È quindi di fondamentale importanza conoscere la causa scatenante dell’acufene affidandosi a uno specialista.
Dal punto di vista acustico, il metodo utilizzato con maggiore frequenza e successo è la Tinnitus Retraining Therapy (TRT) il cui obiettivo è quello di far comprendere al paziente la complessità del proprio acufene riqualificandone la percezione: La TRT è infatti finalizzata alla riprogrammazione dei filtri cerebrali, con lo scopo di attenuare o eliminare la percezione dell’acufene mediante stimolazione sonora.
Il mascheratore di acufeni è incluso in diversi apparecchi acustici e risulta una soluzione ottimale per coloro che debbano inoltre correggere il proprio deficit uditivo.